A Castel San Giovanni – comune, al tempo, di 10.200 abitanti, con capoluogo sulla via Emilia Pavese e territorio fra il Po e i primi rilievi collinari confinante con la provincia di Pavia – la stagione della Resistenza può essere evidenziata in cinque date salienti.
25 luglio 1943: manifestazione spontanea sulla piazza del mercato con discorsi del medico socialista Leo Casoni e dell’industriale di origine ebraica Emilio Pesaro inneggianti alla caduta di Benito Mussolini.
1° dicembre 1943: Tina Pesaro (sorella di Emilio) è arrestata nell’ambito delle persecuzioni razziali. Sarà deportata inizialmente nel lager di Auschwitz in Polonia e, trasferita poi in quello di Landsberg, sottocampo di Dachau, vi morirà il 31 dicembre 1944.
10 settembre 1944: fucilazione del partigiano ventenne Carlo Grazioli, con una esecuzione che vuole essere esemplare per il nutrito gruppo di giovani rastrellati e portati sulla piazza per l’occasione.
18 gennaio 1945: cattura del “Ballonaio” Giovanni Lazzetti, figura principale della Resistenza locale, autore di spettacolari azioni di guerriglia, comandante di una squadra partigiana, formata in prevalenza di elementi castellani ed aggregata, con una certa autonomia, alla Divisione “Piacenza” di Fausto Cossu. Sarà fucilato il giorno seguente al cimitero di Piacenza.
25 aprile 1945: i partigiani castellani della II Brigata della Divisione Piacenza (già Divisione “Giustizia e libertà”), guidati da Italo Molinari, entrano in municipio per sancire la liberazione della città.
Castel S. Giovanni fortemente presidiato sia dalla GNR fascista che dall’esercito tedesco
Dopo l’otto settembre 1943, l’affermazione organizzativa della Repubblica Sociale è rallentata inizialmente dalle posizioni “badogliane” di alcuni notabili del Regime fascista, come il commissario prefettizio del Comune, Carlo Paveri Fontana, e l’ex segretario sezionale del PNF Giacomo Chiesa. Questa situazione di incertezza permette a Leo Casoni ed Emilio Pesaro di espatriare in Svizzera con alcuni familiari e con il giovane Marco Torretta.
Dopo la sostituzione, nella primavera del 1944, di Paveri Fontana alla guida del Comune, e mentre comincia a svilupparsi in Val Tidone il movimento di Resistenza, Castel San Giovanni diventa a tutti gli effetti un fortilizio nazi-fascista con presidi della GNR e della Wehrmacht, rafforzati dai movimenti di truppe legate all’utilizzo tedesco del vicinissimo Aeroporto militare di Cascina Vaga (nel comune pavese di Arena Po).
I primi partigiani castellani con la “Banda Piccoli”, poi con la Divisione “Giustizia e Libertà”
Una prima “avanguardia” di partigiani castellani, Rino Porcari, Giuseppe Guasconi, Giovanni Lazzetti, Enrico Amboli e altri, si unisce alla “Banda Piccoli” che ha iniziato ad operare nell’alta Val Tidone.
Dopo il tragico epilogo della Banda Piccoli e l’assorbimento di parte dei suoi componenti nella Brigata (e futura Divisione) “Giustizia e Libertà” al comando dell’ex ufficiali dei carabinieri Fausto Cossu, sono avviati e tenuti collegamenti con questa formazione dall’anziano medico Carlo Guelmi che a Castel S. Giovanni guida un gruppo clandestino precursore del futuro CLN comunale, formato dal comunista Vittorio Piva, dal socialista Vittore Fellegara e dal democristiano Franco Giacoboni.
In questo quadro si registra la progressiva adesione di giovani castellani al movimento partigiano, sia nelle brigate G.L operanti in Val Tidone e Val Trebbia che in formazioni dell’Oltrepò Pavese (in particolare la Divisione “Matteotti” di Fusco Pozzi).
Gli agguati tesi con successo ad automezzi militari tedeschi in transito sulla via Emilia Pavese sono per i partigiani una fondamentale fonte di approvvigionamento di armi, equipaggiamenti e derrate alimentari. Si distingue in questo genere di azioni e acquista fama per il suo estro inventivo il Ballonaio.
Partigiani nati o residenti nel comune di Castel S. Giovanni
Dopo la Liberazione è riconosciuta la qualifica di partigiano o patriota a circa 140 nominativi legati a Castel San Giovanni per nascita o per residenza. Di questi, un centinaio sono associati alla Divisione “Piacenza” mentre gli altri sono indicati nelle formazioni dell’Oltrepò Pavese, della Liguria e perfino della Jugoslavia (nella Divisione “Garibaldi” Montenegro).
Undici partigiani castellani hanno ricevuto decorazioni al Valor Militare per la loro opera nella Lotta di Liberazione, cinque di loro appartenenti alla Divisione “Piacenza”- Carlo Ciceri (alla memoria.), Alfredo Valla (alla memoria), Gian Mauro Gobbi, Italo Molinari, Natale Bazzarini – e sei alla Divisione “Garibaldi” Montenegro: Nicola Ferrari, Eugenio Molinari, Renato Pini, Francesco Rovescala, Emmo Soresi, Alberto Terzoni.
Altri castellani sono ricordati nelle memorie partigiane per i ruoli di azione e di direzione di brigate e distaccamenti della Divisione “Piacenza”, a partire dal “Ballonaio” Giovanni Lazzetti, a Dante Daturi, Riccardo Brega, Giuseppe Guasconi e Giovanni Paraboschi.
Partigiani caduti
14 sono i partigiani castellani caduti nella Lotta di Liberazione (i loro dati personali e le circostanze della morte sono indicati in “elenco e dati caduti partigiani” nella home page dell’enciclopedia):
Giuseppe Albanesi
Enrico Amboli
Carlo Ciceri
Celso Civardi
Angelo Grassi
Carlo Grazioli
Giovanni Lazzetti
Pierluigi Lazzetti
Cesare Risposi
Giuseppe Soressi
Vittorio Tosca
Alfredo Valla
Giuseppe Venerando
Pierino Verani
A loro si affiancano, oltre a Tina Pesaro – condotta a morte, perché di origine ebraica – le vittime civili di azioni e rappresaglie nazi-fasciste, quali Cesira Bonelli, Daniele e Francesco Francia, Carlo Enrico Bergonzi.
Oltre 220 gli IMI, vale a dire i militari castellani internati per aver rifiutato di aderire all’esercito della RSI. Dieci di loro sono morti nei campi di concentramento: Paolo Barbieri, Remo Bassanini, Bruno Bezoari, Pietro Cagnoni, Guerrino Curti, Angelo Dallagiovanna, Pietro Dallagiovanna, Enrico Mazzocchi, Carlo Merli, Giuseppe Zanelli.
Testimonianze a memoria dei caduti di Castel San Giovanni
I 14 partigiani castellani caduti sono ricordati in una lapide collettiva posta sotto i portici del Municipio e in una seconda al cimitero di Castel S. Giovanni. Alla loro memoria è stato inoltre eretto, nel 1976, un artistico monumento nei giardini di Via Fratelli Bandiera, realizzato dallo scultore Giuseppe Serafini di Sarmato.
P. B.